E' importante parlare di Sessualità con i Bambini?
Non possiamo non fare educazione Sessuale
A partire da quale età è importante parlare di sessualità con i bambini?
Chi ne deve parlare? Quali parole
usare?
Sono queste le domande che spesso vengono fatte quando ci si pone il “problema” dell'educazione
sessuale.
I bambini vivono immersi in un mondo saturo di sesso; se lasciati a se stessi cercano da soli le risposte alle
loro domande, attraverso internet, o ascoltando e domandando ad amici e fratelli maggiori, con il risultato,
nella maggior parte dei casi, di ottenere risposte parziali, distorte, a volte ansiogene. Diventa quindi
importante affrontare l'argomento, poiché i bambini hanno il diritto e la necessità di esprimere le loro
curiosità, che se non ascoltate possono diventare fonte di malessere. Purtroppo molto spesso l’argomento
suscita tale disagio e imbarazzo negli adulti da diventare un tabù; ciò che ne consegue è una grande
difficoltà nel parlarne, un continuo rimandare ad un futuro non meglio precisato, a quando i bambini “saranno
più grandi e capaci di capire”, scoprendo poi che è troppo tardi, perché quando i figli sono adolescenti è
molto difficile stabilire un dialogo sul tema; lo sviluppo puberale è il motore che da il via al fisiologico
allontanamento dei ragazzi dalla famiglia; il confronto avviene maggiormente con i pari, che diventano punto
di riferimento e sostegno per il passaggio dall’infanzia alla vita adulta. Per avere la speranza di poter
mantenere un filo diretto con un figlio adolescente, bisogna averlo creato e coltivato negli anni dell’infanzia.
Un altro punto che rende fondamentale affrontare l’argomento sessualità in famiglia e nei vari ambiti
educativi è che è proprio grazie al silenzio che i fenomeni ripugnanti dell'abuso sessuale e della pedofilia
vengono perpetrati…
Non possiamo non fare educazione sessuale ai nostri figli
Noi genitori dobbiamo essere consapevoli che non possiamo non fare educazione sessuale: la sessualità fa
parte di noi, fin da prima della nostra nascita; il fatto che il nascituro sia maschio o femmina implica una
scelta di arredi, colori, abbigliamento; mano a mano che i figli crescono il sesso biologico influisce anche
sulla scelta delle attività e dei giochi proposti, così come dei giocattoli che vengono loro regalati;
l’atteggiamento che adottiamo, in modo più o meno consapevole, verso tutto questo significa fare
educazione sessuale. Anche l’aderire ad alcuni stereotipi di genere influisce sullo sviluppo di bambini e
bambine: “non piangere, non fare la femminuccia!”, o “comportati bene, non puoi comportarti sempre come
un maschiaccio!”
Capita spesso che i bambini o i ragazzi che svolgono attività o praticano giochi o sport ritenuti femminili
vengano denigrati o emarginati; la stessa cosa capita anche alle bambine, anche se con meno frequenza:
La teoria, formulata da un gruppo di bambini di quinta elementare qualche anno fa, sarebbe che mentre le
bambine svolgendo attività maschili si elevano all’altezza del maschio, i bambini invece si abbasserebbero al
livello femminile facendo cose ritenute “da femmina”(!)
Anche cambiare canale di fronte ad una scena imbarazzante è fare educazione sessuale, il messaggio che
potrebbe passare è che certi argomenti non possono essere affrontati perché mettono a disagio (potremmo
anche riflettere sul fatto che a volte ci si preoccupa di cambiare canale di fronte ad una scena che ha a che
fare con il sesso, pur casta e romantica, mentre non si è altrettanto pronti a farlo di fronte ad una scena
violenta). Avere un atteggiamento più o meno imbarazzato di fronte alla nudità esprime qualcosa di noi che
passa ai nostri figli. Non è giusto o sbagliato sentirsi imbarazzati, è però importante esserne consapevoli e
non rischiare di mandare il messaggio che la nudità è “brutta” o “sporca”.
Come arrivano i bambini nella pancia della donna? Curiosità naturali o indotte
I bambini, crescendo, mostrano delle curiosità che sono naturali rispetto alla sessualità: come arrivano i
bambini nella pancia della donna? Quali differenze fisiche ci sono tra maschio e femmina e perché siamo
diversi? Allo stesso modo mostrano curiosità per il proprio corpo e per le sensazioni che suscita e che
sperimentano, in realtà fin da prima della nascita, anche a livello genitale. Altre curiosità vengono sollecitate
dall’ambiente in cui vivono, che spesso offre stimoli che non adatti all’età. Quando i bimbi e le bimbe escono
di casa per iniziare al loro carriera scolastica acquisiscono sempre maggiori spazi di autonomia e libertà;
passano sempre più tempo con altri bambini e ragazzi e con adulti che non siamo noi. Oggi i bambini sono
spesso dotati di cellulare e computer, troppo presto possono navigare in rete e frequentare i social venendo
cosi a contatto con immagini e argomenti diseducativi. Se in casa abbiamo regole strette e abbiamo scelto di
non comprare a nostra figlia undicenne il telefono, resistendo alle sue continue richieste, non possiamo
avere la certezza che non guardi video con i compagni durante l’intervallo o dopo la scuola quando va a
casa dell’amica a fare merenda. Per questo sarebbe importante che l’argomento sesso e sessualità
venissero affrontati con naturalezza fin dalla nascita, introducendo, a seconda del contesto in cui il bambino
si sviluppa, anche argomenti e strumenti che lo aiutino ad affrontare situazioni che potrebbero presentarsi.
Non dovremmo aver bisogno dell’esperto per parlare di Sessualità ai nostri figli.
Come non abbiamo bisogno di interpellare un idraulico per aprire il rubinetto dell’acqua, così non dovremmo
avere bisogno dell’esperto per parlare di sessualità: è qualcosa che ci appartiene da sempre, che abbiamo
vissuto, che ci ha donato e ci dona esperienze, a volte, speriamo più spesso, piacevoli, altre volte meno. La
verità è che abbiamo paura di sbagliare, di non trovare le parole giuste, il momento giusto, l’età giusta. Nel
momento in cui un bambino ci pone una domanda, quello è il momento giusto per rispondere, perché se non
rispondiamo noi, troverà altre fonti, non sempre raccomandabili, cui attingere per avere le risposte.
Come affrontare le domande dei bambini?
Di fronte a una domanda possiamo chiedere dove hanno sentito parlare di ciò che risveglia la loro curiosità,
quali informazioni hanno già in proposito; questo ci da modo (oltre che di fare un bel respiro) di raccogliere le
idee e capire cosa il bambino desidera sapere con maggiore esattezza. Se ce la sentiamo possiamo
rispondere riprendendo le loro parole o cercando di utilizzare quelle che riteniamo più adatte a loro e alla
loro età (se ci pensiamo dobbiamo semplicemente fare ciò che facciamo per parlare di qualunque
argomento…) se invece non ci sentiamo pronti possiamo dire che ci documenteremo e ne parleremo in un
secondo momento (sicuri che sapremo mantenere la promessa senza accampare scuse e rimandare
all’infinito) se ci sentiamo particolarmente imbarazzati dobbiamo comunicarlo (un genitore imbarazzato è
molto più rassicurante di un genitore spaventato – e i bambini spesso scambiano il nostro imbarazzo per
paura – questo impedirà loro di porci domande sull’argomento in futuro). Impariamo a dire ai nostri figli come
ci sentiamo, questo rende più accessibile la comprensione delle nostre reazioni e aiuta anche noi a sentirci
meglio; non c’è nulla di male nel provare imbarazzo, né qualunque altra emozione.
A volte i bambini utilizzano termini volgari che ci sorprendono, magari lo fanno appositamente per vedere la
nostra reazione, o per chiedercene indirettamente il significato. Accogliamoli domandando loro dove hanno
sentito quella parola e quale secondo loro sia il significato; una volta chiarito il significato della “parolaccia” li
avremo resi consapevoli del perché certi termini non vanno utilizzati in alcuni contesti e perché possano
suscitare determinate reazioni; in più avremo tenuto aperta la comunicazione sul tema.
Ci sono molti libri adatti alle diverse fasce d’età che possono essere un ottimo supporto: possiamo dire ai più
piccoli che compreremo un libro e lo leggeremo insieme. Per i più grandi potremo invece comprarli e
“dimenticarli” distrattamente da qualche parte in giro per la casa, in modo che possano trovarli e consultarli
“di nascosto”.
I bambini percepiscono l'esempio più delle parole.
I bambini ci osservano, imparano per imitazione dai genitori e, diventando grandi, delle persone che
popolano il loro mondo. Questo significa che più che le parole che utilizziamo per parlare con loro, quello
che viene percepito e che da significato è l’atteggiamento con cui diciamo quelle parole, è l’esempio che noi
diamo; questo vale ovviamente per qualunque argomento, non solo per la sessualità. Per questo motivo
l'educazione sessuale è necessaria, affinché i bambini possano avere delle risposte concrete e oneste per
potersi orientare e sentirsi protetti di fronte a stimoli cui così spesso sono sottoposti e che non sanno gestire.
Infine, sarebbe importante che gli adulti, genitori, insegnanti, educatori, si confrontassero su un tema così
delicato e pervasivo, per costruire una rete che possa formare e informare serenamente e allo stesso tempo
proteggere.
Dott.ssa Laura Onor - Psicologa
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